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News del: 04/09/2015 GIOCA A TETRIS E SMETTI DI FUMARE
GIOCA A TETRIS E SMETTI DI FUMARE Giocare a Tetris per non più di tre minuti alla volta può far diminuire il desiderio di droga, di cibo e di sesso e sonno di circa un quinto.
Suonerà sicuramente molto strano a molti. Eppure l'Università britannica di Plymouth ha reso noto il risultato di una ricerca innovativa, centrata sul Tetris giocato con gli smartphone, realizzata insieme al politecnico australiano del Queensland. Giocare con i celebri mattoncini che cadono dal "cielo" - questa, in sintesi, la scoperta - può ridurre di un quinto la dipendenza da cibo, droga, sesso e sonno. L'esperimento Si tratta della prima sperimentazione di questo genere realizzata al di fuori dei laboratori di ricerca: nella vita "normale", insomma. Ai trentuno partecipanti (tra i 18 e i 27 anni di età), è stato chiesto di giocare a Tetris per pochi minuti durante il giorno, con intervalli casuali, nell'arco di un'intera settimana. Si è quindi richiesto loro, via SMS, di raccontare all'équipe di ricerca tutti i desideri che provavano. Così è stato possibile rilevare se, come e quanto l'attività ludica interferisse con i desideri (più o meno compulsivi), degli individui del campione, diminuendone l'intensità. Tutti i giocatori, infatti, hanno mostrato meno desiderio di mangiare, di fumare, di ricorrere a farmaci, alcol e caffè: una propensione che si è mantenuta costante per l'intera durata dell'esperimento. La ricerca Pubblicato sulla rivista "Addictive behaviors", il rapporto mette in luce come il gioco - anche quello, spesso esecrato, praticato con gli smartphone - potrebbe aiutare le persone a gestire meglio i propri desideri. La professoressa Jackie Andrade, della Scuola di Psicologia della Plymouth University, spiega che "giocare a Tetris ha diminuito in misura significativa il desiderio di farmaci e cibo: è la prima dimostrazione che l'interferenza cognitiva può essere utilizzata per aggredire le dipendenze". Come funziona l'effetto Tetris "Pensiamo che l'effetto del gioco" conclude la Andrade "si verifichi perché coinvolge l'immaginazione, distogliendola dalle rappresentazioni mentali delle sostanze dalle quali l'individuo può essere dipendente". Ammettiamolo: chi l'avrebbe mai detto che star lì a impilare mattoncini colorati uno sull'altro, con la musichetta ossessiva che ne accompagna la caduta e l'inesorabile "sconfitta" finale, ci avrebbe potuto liberare dalle sigarette? Ma è proprio a questo che serve la scienza sperimentale... o no?
Fonte : Rai News
di Stefano Lamorgese. |