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News del: 21/07/2015
Autismo, le prime avvisaglie nel pianto
Autismo, le prime avvisaglie nel pianto
Il progetto NIDA dell'Istituto superiore di sanità
Dalla pancia della mamma e fino ai tre anni di età. È questa la sorveglianza che l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato per il riconoscimento precoce dei disturbi dell’età evolutiva e in particolare dei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD).
Lo scopo principale del Network NIDA, che grazie ai nuovi finanziamenti potrà proseguire, è quello di individuare marcatori predittivi di tali disturbi già nei primi 18 mesi di vita. Diagnosticare precocemente un disturbo significa migliorare la vita di questi bambini, contenere o limitare l’impatto dei sintomi comportamentali e aumentare nel futuro le possibilità di integrazione sociale. Il progetto prevede quindi, attraverso un protocollo di sorveglianza e valutazione del neurosviluppo di bambini a basso (nati a termine) e ad alto rischio (fratellini e sorelline di bambini diagnosticati con un ASD), la selezione di strumenti efficaci per la diagnosi precoce e la costituzione di un’equipe multidisciplinare composta da vari esperti: neurobiologi, neuropsichiatri infantili, psicologi, terapisti della neuro e psicomotricità, ingegneri biomedici. I ricercatori e clinici coinvolti nel progetto NIDA auspicano che il protocollo venga presto considerato un modello operativo per la diagnosi precoce e, come tale, venga presto diffuso su tutto.
“Grazie alla rete italiana siamo oggi riusciti a diagnosticare precocemente circa il diciassette per cento di casi di disturbi dello spettro autistico e ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini monitorati ma l’obiettivo è quello di fornire un modello efficace da applicare ogni volta che si presenta una situazione a rischio – afferma Walter Ricciardi – Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità – I successi ottenuti finora da questo network ci hanno permesso di entrare in un progetto europeo che finanzia i maggiori esperti internazionali in grado di fare ricerca sull’identificazione dei segni precoci di autismo e di sindrome dell’iperattività (ADHD). Una rete continua Ricciardi che nel nostro Paese diventa più forte e oggi si amplia anche grazie al sostegno dei Bambini delle Fate che con centomila euro permetterà di allargare per il prossimo anno la rete anche in Piemonte e, successivamente, in altre regioni. Ecco come pubblico e privato possono costituire un binomio virtuoso, a servizio della salute di tutti”.
Questo network che prevede la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo di neonati a basso e ad alto rischio, grazie a questi finanziamenti sarà estesa ad altre regioni italiane ampliando così il campione oggi costituito da circa 100 bambini. In particolare è previsto lo studio e l’osservazione di alcuni indici, quali il pianto neonatale, la motricità spontanea e l'attenzione verso stimoli sociali, nel primo anno di vita di questi bambini. “Riconoscere precocemente significa intervenire precocemente, riducendo così l'impatto di tali disturbi nella vita dei bambini e dei loro familiari – afferma Maria Luisa Scattoni, ricercatrice del Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze– il potenziamento di questo network ci permetterà non solo di diffondere su tutto il territorio italiano il protocollo di valutazione ma anche di identificare marcatori precoci, anche biologici, e validati scientificamente su un vasto campione di bambini”. I primi risultati dello studio hanno evidenziato come i bambini colpiti da questi disturbi presentino, già nelle prime settimane di vita, alcune anomalie nel pianto e nel movimento spontaneo. Se questi dati venissero confermati in un più ampio campione e sarà possibile associare tali anomalie ad alcune caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti presi in esame, potrà essere attivato un monitoraggio per la loro identificazione precoce, già nel primo anno di vita, ed attivato un intervento precoce che sia il più possibile intensivo e individualizzato. “La nostra Fondazione ha finanziato fino ad oggi progetti per cinque milioni di euro in dieci anni – afferma Franco Antonello, Presidente dell’Associazione I Bambini delle Fate - lo facciamo coinvolgendo il mondo delle imprese, oltre seicento in tutta Italia che hanno scelto di sostenere i nostri progetti rendendo pubblici costantemente i destinatari dei nostri finanziamenti e i nomi dei responsabili destinatari dei nostri progetti. Abbiamo scelto l’Istituto Superiore di Sanità per l’importanza degli obiettivi che si propone la costruzione di questa rete e perché con questo progetto la Fondazione si apre anche a una prospettiva europea tanto che la nostra intenzione è quella di raddoppiare l’investimento nel prossimo anno. Lo facciamo anche perché l’autismo ha bisogno di una rete attraverso la quale creare una cultura su questa problematica perché serve un’integrazione reale che spezzi il silenzio e sostenga le famiglie nell’amare e crescere i loro figli”.
Fonte : Italiasalute.it
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